Storie e Interviste

Quando a Bologna dominavano le racchette

20 anni di storia tennistica sotto le Due Torri
bortolotti
a cura di Alberto Bortolotti

Golf Club Modena, torneo senior, un amico mi presenta un partecipante. “Salve, sono Pietro Marzano”. “Ma io mi ricordo di Lei: giocava in doppio con Adriano Panatta prima che si componesse la coppia di Davis con Paolo Bertolucci. E io facevo il raccattapalle agli assoluti in programma alla Virtus Tennis, in via Galimberti, dal 20 al 27 settembre 1970. L’ho vista giocare e ‘raccattata’”. Alla Virtus passavo buona parte delle ore della mia giovinezza. Poi mio padre. Rino, tra i fondatori di “Stadio”, aveva girato l’Europa per seguire la Davis, quella di Pietrangeli e Sirola. Respiravo in casa il profumo del legno delle racchette. Tra le capitali del tennis nel periodo che va dal ’70 all’89, per 20 lunghi anni, anche Bologna. Lo testimoniano gli albi d’oro degli eventi tennistici ospitati in città.

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tratto da “Il mito della Vnera 2”

Le prime tre edizioni dell’indoor petroniano (disputato al non ancora PalaDozza: anticipo del basket a sabato pomeriggio precedente e posticipo alla domenica sera successiva), tra il ’71 e il ’75, vedono un gruppo di “umpires”, giudici di linea e raccattapalle fornito dalla Virtus: c’ero anch’io! Quel manipolo di racchettofili era nato
durante gli assoluti del ’70, trapasso di ere tennistiche, in finale vittoria del ventenne Panatta in cinque set sul trentasettenne Pietrangeli.
Nel ’78, a 19 anni, il debutto di John Mc Enroe in Piazza Azzarita, dopo Ashe, Laver, Rosewall, Connors, Noah e tutti gli azzurri. Quattro anni prima, nell’85, era cominciato il torneo estivo al Cierrebi. Con un quadro di partecipanti onesto ma neanche lontanamente paragonabile con il seeding stellare del Palasport. Una vittoria di
Paolo Canè infiammò le tribune.

Sono 20 anni che Bologna non ha più un torneo degno di questo nome. Ci ha provato Fabio Bonetti, che ora non c’è più, ricordando il papà Ferruccio e Orlando Sirola con esibizioni di alto livello e un richiamo agli “old times”.
Ma il contesto è cambiato troppo.
E chi ce l’ha, vive di nostalgia.
Canaglia.

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