Ai Mondiali di pattinaggio artistico svoltisi in Francia in ottobre, hai ottenuto la medaglia di bronzo. Quanto sei soddisfatto di questo risultato? Era l’obiettivo che ti eri dato alla vigilia?
L’obiettivo che mi ero prefissato non era quello di arrivate terzo. Sono andato in Francia
per vincere, con la consapevolezza che il livello era uno dei più alti di sempre e sarebbe
stato possibile anche rimanere fuori dal podio.
Sono comunque soddisfatto di essermi migliorato tecnicamente e di aver retto la gara
nonostante la forte tensione.
Sei un atleta plurimedagliato. Cosa spinge, uno come te, ad allenarsi per provare a migliorare quotidianamente?
Ho vinto il campionato del mondo Senior da debuttante a 19 anni, e ho quindi dovuto
imparare a diventare grande e migliorarmi continuamente molto presto. Sono una persona sempre motivata a migliorare sotto l’aspetto tecnico e motivazionale, mettendo in pratica nuove coreografie alle quali aggiungo, anno dopo anno, più complesse difficoltà tecniche.
credits Raniero Corbelletti
Com’è nata la passione per il pattinaggio, e dove hai pattinato per la prima volta nella tua
vita?
La passione è nata dal primo giorno in Polisportiva Pontevecchio, grazie a mia sorella
più grande che pattinava già. Io l’ho emulata. Quando hai 5 o 6 anni è raro che sbocci un
amore a prima vista con lo sport. Nel mio caso il tempo e i risultati sono serviti ad accrescere la passione.
Cosa pensi quando vedi che i maggiori mass media italiani danno poco spazio al tuo
sport? Cosa faresti per cambiare le cose?
Mi rattristo. Sembra proprio non interessi a nessuno che in Italia ci siano i più grandi pattinatori a rotelle del mondo. Forse spaventa tutto ciò, forse non interessa o forse semplicemente non stiamo facendo abbastanza per farci conoscere. Ma spero che le cose
cambino.