Storie e Interviste

Khayer Abul: grazie al cricket aiuto i ragazzi ad integrarsi

Il Presidente di Bologna Cricket premiato nell’ambito di “Fratelli di sport”, iniziativa che il CONI realizza nelle scuole e nelle società sportive per sviluppare l’integrazione tra i ragazzi attraverso la pratica delle diverse discipline sportive.

A cura di Matteo Fogacci, CONI BOLOGNA

A volte si dice che fare del bene e accogliere chi ha bisogno ripaga con gli interessi. Questo è avvenuto per la nostra città nei confronti di Khayer Abul, già giocatore, quindi allenatore e ora presidente del Bologna Cricket, squadra che annovera moltissimi ragazzi stranieri ed in modo particolare di quei luoghi dove questo sport è popolare quanto il calcio da noi.

Nelle scorse settimane Khayer, che ha solo 32 anni, è stato premiato presso il Coni Point di Bologna con una targa e un buono per materiale sportivo da 2.000 euro in quanto il suo profilo di allenatore impegnato nel sociale è risultato tra i primi dieci a livello nazionale di un concorso dedicato alla memoria dell’ex allenatore di calcio Emiliano Mondonico all’interno di “Fratelli di sport”, iniziativa che il CONI realizza nelle scuole e nelle società sportive per sviluppare l’integrazione tra i ragazzi attraverso la pratica delle più diverse discipline sportive. La motivazione esatta del riconoscimento è stata “per operare ogni giorno con passione e spirito di servizio al fine di promuovere lo sport come strumento di inclusione e integrazione”. Il premio gli è stato consegnato dal Vice Presidente del CONI dell’Emilia Romagna Giancarlo Galimberti.

Foto Credits @ICC/Cricket Europe

Khayer è stato scelto da una giuria di altissimo livello che ha dovuto visionare ben 120 curriculum. “In questa occasione – ha detto – vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno accolto in Italia e mi hanno permesso di arrivare fino a qui”. Una scelta umile la sua, quella soprattutto di ringraziare. Perché il dono di sé, del suo tempo, delle nozioni tecniche ad altri ragazzi, delle sue gioie e delusioni, è arrivato di conseguenza. Lui ha raccolto soprattutto indiani, bengalesi, cingalesi, pakistani, americani, australiani, oltre, ovviamente, ad alcuni ragazzi italiani. Il racconto della sua vita fa capire tutte le difficoltà, ma pure quanto, attraverso il gioco, è possibile crescere e integrarsi in una società come la nostra, che spesso si riempie la bocca di fratellanza e accoglienza, ma non sempre la mette in pratica.

Sono nato a Comilla in Bangladesh – racconta – e a 13 anni, insieme a mio padre Akhter, sono arrivato in Italia, senza conoscere nulla del vostro paese e senza parlare una parola. Ora sono passati 19 anni ed è tutto diverso”. Infatti si è sposato, lavora come montatore e collaudatore a Villanova e oltre al cricket ha conosciuto pure il nostro sport nazionale: “gioco anche a calcio. Esattamente a sette, in un torneo del CSI”, anche se la sua passione rimane il cricket. Oltre a giocatore e allenare al Bologna, ha giocato anche nella Nazionale italiana ed è vice-allenatore della Nazionale femminile. “Ciò che più mi appaga – dice – è quando vedo giocare ragazzi che sono cresciuti e sono diventati uomini. Insieme a loro siamo un vero esempio di integrazione”.

Foto Credits @ICC/Cricket Europe

Tanto che sente più nostalgia di Bologna che del Bangladesh: “Non è solo un modo di dire. Sento nostalgia di Bologna quando vado fuori città. Del resto ho vissuto molto più qui che dove sono nato”. Sotto le due torri ha trovato la sua seconda casa e un secondo padre. È Mauro Guaragna, il presidente del Bologna cricket che lo ha preceduto in questa carica e che gli ha consegnato la passione ma anche la volontà di aiutare altri ragazzi. Insieme a lui ha voluto ricordare anche Maurizio Menetti e Davide Gubellini, delegato regionale della federazione cricket, che ha insistito perchè mandasse il suo curriculum per il premio, quindi lo scomparso Fabio Fabbri e la moglie Carla.

Oltre alla soddisfazione personale del premio ricevuto, i 2.000 euro saranno utilissimi per la società sportiva: “il nostro è uno sport bellissimo ma molto povero e con questi soldi avremo la possibilità di rinnovare molte delle nostre attrezzature. Potremo anche migliorare le divise e magari comprare qualche paio di scarpe a ragazzi che non se lo possono permettere”. Il suo sogno nel cassetto? “Mi piacerebbe riuscire a portare lo scudetto al Bologna cricket. Riusciremmo a farlo con una squadra cresciuta solo con i propri ragazzi e nel massimo dell’economia. Lo abbiamo già fatto a livello giovanile e questi ragazzi sono cresciuti. Chissà se un giorno potremo riuscirci!”.
Intanto, però, la bacheca della società è già piuttosto rilevante visto che può vantare uno scudetto indoor nel 2003, due coppe Italia nel 2003 e 2004 e svariati scudetti giovanili.

Foto Credits @ICC/Cricket Europe

Anche perchè in questo modo potrebbe aumentare ancora di più la competizione con il Pianoro Cricket, la squadra storica della città, cresciuta moltissimo grazie all’attività del suo presidente Arcido Parisi. Il curriculum parla addirittura di 14 campionati vinti, 6 coppe Italia e un titolo europeo nel 1995. Ma da qualche anno, a causa della crisi economica, fatica a trovare sponsor (anche se nel 2016 comunque ha portato a casa una coppa Italia) che possano mantenerla allo stesso livello di qualità.