Eri campione del mondo in carica e agli ultimi mondiali in Francia disputati in ottobre hai ottenuto un argento. È più la delusione per non esserti ripetuto, o la soddisfazione per essere sempre tra i migliori?
Essere tra i migliori al mondo è sempre una soddisfazione, ma a differenza di tanti altri
mondiali, nell’ultimo ho provato una grande delusione perché sapevo di avere la possibilità di riconfermarmi come campione. A fine gara avevo paura di aver deluso i miei allenatori, ma in realtà non è stato così. Loro erano felicissimi e mi hanno tranquillizzato, facendomi capire che quell’argento era comunque un grande risultato.
Cosa significa per te pattinare?
Pattinare è una liberazione. Soltanto pattinando riesco ad esprimere me stesso e ciò che per me significa essere liberi. L’obiettivo di ognuno di noi dovrebbe essere quello
di fare ciò che ci rende liberi e felici, io l’ho raggiunto.
Dove hai pattinato per la prima volta nella tua vita? Ricordi qualcosa di quel giorno?
La prima volta che pattinai ero a Imola, vicino a casa. Mi accompagnò mia nonna. Ero un po’ titubante ma per vincere la paura mi lanciai coi pattini attraversando tutta la pista come un kamikaze. Fortunatamente senza cadere, ma mi spaventai molto e mi misi a piangere.
Tu sei cresciuto in una grande società come la Pontevecchio, come va il movimento del pattinaggio a Bologna?
A Bologna ci sono tanti atleti validi e molti campioni del mondo e vice campioni del mondo. In città c’è un grande movimento di pattinaggio, così come in Emilia Romagna. Siamo una regione molto forte.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Il mio prossimo obiettivo è quello di prepararmi al massimo per i campionati italiani che
ci sono a giugno, e che rappresentato il pass per qualificarsi agli Europei e ai campionati
del mondo.