Storie e Interviste

10 anni dopo, il derby di Bologna ritorna in Serie A

La recente conquista del campionato di A2 da parte della Fortitudo, ha siglato ciò che da tempo i bolognesi, e non solo, aspettavano come l’acqua nel deserto: il ritorno del derby nella massima serie.

La Virtus ha vinto un derby appassionante come da tradizione, ma non bello, ha riconfermato il proprio ruolo di vice Siena mentre la Fortitudo sta rotolando sempre più verso la retrocessione”. Titolavano così i giornali il 29 marzo del 2009. 10 anni fa.

Il canestro a 2 secondi dalla fine di Vukcevic gelava il PalaDozza, quella sera campo di casa della Fortitudo. Per la Effe era solo preambolo di quello che sarebbe accaduto di lì a poco. La dolorosissima retrocessione in A2. È stato l’ultimo anno in cui il derby ha avuto quel significato sacro, dove c’era l’aria di rivalità sportiva sana, sfottò a scuola e in palestra, in famiglia e al lavoro. “Virtus o Fortitudo?” come domanda più delicata tra due bolognesi.

Foto Credits @Fabio Pozzati

Il derby torna in A2, nel 2017, col solito sapore magico e “tragico” da Guelfi contro Ghibellini. In 10 mila accorrono a Casalecchio, e poi i soliti 6000 stretti come sardine al PalaDozza. Ma l’A2 non può essere il palcoscenico per due club che tra gli anni ‘90 e i primi del 2000 hanno travalicato i confini del territorio italiano per consacrare Basket City come città del basket anche a livello europeo.

Foto Credits @Fabio Pozzati

Poche settimane fa la Fortitudo guidata da coach Antimo Martino, Matteo Fantinelli, Guido Rosselli, Capitan Mancinelli e gli altri della banda, al termine di una lunga maratona qual è l’infinito campionato di A2, ha finalmente scritto la parola fine a dieci anni di “incubo”, dieci anni per chiudere finalmente un cerchio. La Fortitudo ha fatto il suo ritorno in quella Serie A che aveva lasciato all’ultimo tiro di una domenica di maggio sul parquet del PalaScapriano di Teramo. I festeggiamenti sono praticamente duranti due settimane, tant’era il bisogno di festeggiare dopo dieci anni difficili nei quali la Fortitudo ha seriamente rischiato di scomparire.

Ma all’alba del nuovo giorno, sui colli di San Luca, lungo i portici di via Saragozza, da via San Felice fino a Via dell’Arcoveggio (due vie non casuali…) un unico pensiero si è fatto strada tra la gente: nella prossima stagione il basket italiano riproporrà il massimo spettacolo, o il main event per dirla all’americana, che ha da offrire: il derby di Bologna.
Ad accogliere la Fortitudo ci sarà una Virtus che nella stagione in corso, digerita (non bene) la delusione per la mancata qualificazione ai playoff, è tornata, dieci anni dopo (guarda caso ancora il numero 10…), a vincere un trofeo europeo.

Virtus Segafredo e Fortitudo Lavoropiu’ Bologna in azione durante il derby di basket city organizzato per il Memorial Porelli 2018 presso il Paladozza di Bologna
Foto Credits @Fabio Pozzati

Ad Anversa, in Belgio, davanti a 17 mila spettatori, dopo aver demolito i tedeschi del Bamberg in semifinale, ha battuto agilmente anche gli spagnoli di Tenerife in finale aggiudicandosi la Basketball Champions League, la coppa più importante organizzata dalla FIBA. Un risultato importantissimo che ha rilanciato il nome della Virtus, e di Bologna, a livello europeo. La coppa al cielo ha avuto un sapore particolare. I giocatori, capitanati da Pietro Aradori, hanno cercato di sollevarla il più possibile per farla toccare anche ad Alberto Bucci.

Ritrovare il derby dopo dieci anni sarà come incontrare un vecchio amico dopo tanto tempo. Non sarà difficile riconoscerlo tra la folla: avrà forse i capelli ingrigiti, la pancia cresciuta, ma sarà sempre lui, questo l’abbiamo ormai capito tutti. I giornali ne parlano già, la città lo aspetta: c’è fermento, c’è curiosità, c’è qualcosa che frizza nell’aria. Noi bolognesi, che organizziamo la notte di capodanno il pomeriggio del 31 e prenotiamo le ferie d’agosto a fine luglio, siamo pronti a metterci in agenda le due date dei prossimi derby con largo anticipo, annotandoci i numeri di parenti e amici che ci potranno essere utili alla voce “bazze per il derby”.

Tutti hanno voglia di rivederlo, e sarà sufficiente entrare là dentro al PalaDozza e accodarsi al primo coro per avvertire quell’inconfondibile fitta allo stomaco, mentre i battiti del cuore prenderanno la loro strada dissestata di sempre.
Insomma, non ci vorrà più del primo mezzo giro di ruota per realizzare che quel sano e spontaneo odio sportivo che lega una metà di Bologna all’altra, non è stato scalfito dal trascorrere inesorabile del tempo.
Bentornato Derby.

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